C’è vita sotto lo zero: come guadagnare in un mondo di tassi negativi

Non è certo un periodo semplice per chi deve investire i soldi. Alcuni numeri ci possono aiutare a capire il senso di questa affermazione: un Btp italiano (i classici titoli di stato) a 5 anni e 10 anni rende rispettivamente lo 0,30% e l’1,30%, a 2 anni i rendimenti sono perfino negativi, si paga lo Stato italiano per avere il privilegio di effettuare investimenti.
Tutto ciò è il frutto delle politiche della Banca Centrale Europea che ha portato i tassi di riferimento a 0 per cercare di far ripartire l’economia.
I risparmiatori che per decenni hanno investito in titoli di stato prendendo gli interessi e aspettando la naturale scadenza dei titoli, hanno perso logiche i loro punti di riferimento.

Come fare ad aumentare il grado di rischio e prestare attenzione alla protezione del capitale ?
Per chi ha un profilo di rischio prudente l’idea di allocazione prevede il 45% su titoli obbligazionari, il 25% su strategie flessibili, il 20% su strumenti alternativi e il 10% su una parte azionaria.

OBBLIGAZIONI:
Più rischi che opportunità in questa parte del portafoglio, soprattutto se in futuro si manifesterà un rialzo dei tassi di interesse che potrebbe provocare una perdita nei prezzi dei titoli obbligazionari. Meglio puntare su titoli governativi area Euro (con scadenza 1 – 5 anni) e su titoli di società in Euro che potrebbero beneficiare degli acquisti da parte della Banca Centrale Europea (Quantitative Easing).
Una parte del portafoglio obbligazionario, con percentuale massima del 10% sul globale, può essere investita in titoli espressi in valuta forte come il Dollaro che potrebbe rafforzarsi nei confronti dell’Euro spinto da un’economia Americana in ripresa che ha portato a fine 2015 la Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse.
Le obbligazioni dei paesi emergenti (Lira Turca, Rand Sudafricano e Real Brasiliano) potrebbero essere un’idea, ma massima attenzione perché l’eventuale deprezzamento delle valute potrebbe erodere gli alti interessi anche superiori al 10%;

STRATEGIE FLESSIBILI:
Per dare a gestori qualificati, che abbiano in passato dimostrato abilità nella gestione, ampia responsabilità e delega. Dallo 0 % al 100% (in altre parole il gestore fa come vuole) su tutte le varie classi di investimento che il mercato mette a disposizione come azioni, obbligazioni, valute, materie prime. Si dovranno privilegiare quei strumenti che nel tempo abbiano dimostrato migliori capacità di contenimento dei ribassi nelle difficili fasi dei mercati;

STRATEGIE ALTERNATIVE:
L’obiettivo è di avere dei prodotti che abbiano un rendimento non legato dall’andamento dei mercati azionari e obbligazionari tradizionali. Difendere il portafoglio puntando sia sul rialzo che sul ribasso dei mercati azionari. Massima attenzione alle società di gestione che sono in grado di costruire un processo di investimento efficace acquistando da una parte titoli ritenuti sottovalutati e dall’altra puntando anche sul ribasso di titoli sopravvalutati.

AZIONI:
E’ la parte più rischiosa del portafoglio con il mercato Americano (che è quello guida) che inizia ad avere livelli di prezzo alti se confrontati con le medie storiche. Europa e Paesi Emergenti sono più a buon mercato, soprattutto se si scelgono prodotti che investono in aziende di alta qualità ad alto dividendo. Sul mercato italiano per esempio ci sono azioni che possono assicurare rendimenti da dividendo sopra il 5%, una buona difesa da eventuali cali dei mercati azionari.

“Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova”,
questo famoso proverbio sembra descrivere in maniera ottimale questa nuova fase degli investimenti finanziari.
Rimanere nella vecchia strada fatta di titoli di stato e obbligazioni della propria banca ha una certezza: perdita sicura e rischi maggiori visto che anche le obbligazioni bancarie sono improvvisamente diventate più pericolose con la normativa del bail-in.
Percorrendo la nuova strada dovremo imparare a investire sapendo che per guadagnare si dovranno prendere più rischi e puntare su nuove classi di investimento.

Ma non è detto che questo sia negativo in quanto abbandonanare le vecchie abitudini potrà far crescere il grado di consapevolezza finanziaria di molti risparmiatori.

Foto di apertura: www.dagospia.com

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