Il mutuo con i mini tassi: meglio fisso o variabile?

L’attuale livello dei tassi di interesse (vicino allo zero nelle principali economie sviluppate) è da un punto di vista storico una situazione senza precedenti e tutto ha origine dalla forte riduzione dei tassi di interesse operata dalla Banca Centrale Europea (BCE).
Nel 2008 prima delle crisi il tasso di riferimento era al 4%, oggi è allo 0%, ed è quindi normale che i tassi attuali dei nuovi mutui siano un grande affare.

Il tasso di un mutuo si forma dalla somma tra un tasso di mercato e lo spread:
• Il tasso di mercato è l’Eurirs per i mutui a tasso fisso e l’Euribor per quelli a tasso variabile. Questi due parametri ci dicono quanto il denaro costa alle banche per acquistarlo all’ingrosso (per rivenderlo poi al dettaglio applicando lo spread);
• Lo spread è il guadagno delle banche per svolgere l’operazione di intermediazione ed attualmente variano tra il range del 1% e del 2%.

TASSO VARIABILE:
la rata è variabile in base all’andamento registrato sui mercati finanziari dall’Euribor. L’indice è rilevato quotidianamente e quello più usato per l’indicizzazione ha scadenza mensile, trimestrale e semestrale.
Con l’attuale contesto questo valore è arrivato ad essere addirittura negativo. Alla data del 06 Giugno 2016 l’Euribor mensile vale – 0,352 %, quello a tre mesi – 0,262 % e quello a 6 mesi – 0,157 % (ad Agosto del 2008 era al 4,5%). Teoricamente questi valori dovrebbero essere sottratti allo spread per calcolare il tasso finito, ma molte banche applicano una clausola in cui il tasso finale di interesse non può essere inferiore alla spread.
Analizzando le varie offerte bancarie in base alla durata del mutuo e al valore del mutuo rispetto al valore dell’immobile, possiamo avere tassi variabili finiti poco sopra l’1%;

TASSO FISSO:
un classico che non tramonta mai, rata fissa per tutta la durata del mutuo con il tasso che resta quello del momento di stipula. Agganciato all’Eurirs, si tratta di una rilevazione giornaliera dei tassi in vigore nei mercati monetari per tutte le scadenze da 1 a 30 anni al momento della stipula. Con i tassi Eurirs tra 10 e 30 anni compresi tra lo 0,5% e l’1%, questo momento non è comparabile con nessun periodo passato.
Il tasso finito proposto oggi ai clienti di elevata affidabilità è il più basso di sempre arrivando fino al 1,40 % per la durata di 10 anni.

OPERATIVITÀ:
in teoria e in condizioni di mercato normali è difficile dire se il tasso fisso è meglio del variabile in quanto molto dipendente dalla propria personalità e propensione al rischio. Il fisso è adatto ai pessimisti a chi teme il riaccendersi dell’inflazione con il conseguente aumento del costo del denaro.
La costanza della rata mette al riparo da qualsiasi cosa accade sui mercati finanziari. Per contro però il mutuo a tasso fisso è sempre più oneroso di quello variabile, non per colpa della banca, ma per puri motivi di mercato.
Siamo oggi in una fase inedita con tassi su livelli bassissimi e la condizione di mercato nel momento in cui si firma l’atto di mutuo assume più rilevanza che in passato.
La differenza tra tassi fissi e variabili si è molto ristretta nell’ultimo anno arrivando a differenze sotto lo 0,50% sulle scadenze fino a 10 anni. Anche con scadenze più lunghe la differenza è sotto l’1%.
Ciò spiega perché il tasso fisso sta sempre più avendo successo per le nuove stipule. Ma ci sono anche buone notizie per chi sceglie il tasso variabile, visto che i mercati si aspettano una lenta risalita dell’Euribor nei prossimi cinque anni.
Uno strumento utilissimo è il sito di mutuionline che consente di verificare le migliori condizioni applicate sul mercato per i mutui. Accedendo alla sezione Guide e strumenti si può calcolare la rata del mutuo e rendersi meglio conto delle possibili variazioni future dei tassi.

Chi si indebita rinuncia alla libertà e si prepara a mille mortificazione” così pensava Benjamin Franklin uno dei più importanti scienziati e politici statunitensi del XVIII secolo.
Forse se fosse vissuto oggi nell’epoca dei “mini tassi” avrebbe cambiato idea.

Foto in apertura: elaborazione personale

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