Ecco cosa potrebbe succedere se piovessero soldi dal cielo
Capisci che devi parlare di un argomento quando all’edicola del tuo piccolo paese, la persona che conosci da trenta anni e che sa che tipo di lavoro fai ti domanda : Ma che cosa è questo quantitative easing ? Porterà dei vantaggi ?
A testimonianza che quando giornali, televisione, radio ne parlano da diversi giorni anche chi non conosce niente di finanza ed economia fa finta di capirci qualcosa. La mattina quando hai i minuti contati, tanti discorsi filosofici non te li puoi permettere e allora ho cercato di rispondere utilizando un linguaggio facile e comprensibile :
“E’ come se tra poco inizieranno a piovere soldi dal cielo, ma non si sa se saremo in grado di raccoglierli. Sicuramente banche, compagnie di assicurazione e altri grandi investitori internazionali avranno dei vantaggi, ma non abbiamo la certezza che saranno trasmessi a noi comuni mortali “.
In estrema sintesi è questo il vero significato della decisione presa da Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea (BCE) il 22 Gennaio. Ma per capire i perchè di questa azione dobbiamo partire dalla grande crisi del 2008 che ha messo in ginocchio le principali economie mondiali. Mentre l’America sta dando grandi segnali di ripresa economica , l’area Euro è ancora in grande difficoltà nonostante le cartucce sui tassi di interessi siano state già sparate in quanto i tassi sono praticamente a zero. E allora l’ultimo rimedio “o la va o la spacca” è stato quello di adottare questo alleggerimento monetario o facilitazione monetaria, che per chi non ha molto dimestichezza con l’inglese è la traduzione del termine quantitative easing.
Ma cosa avverrà in pratica ?
La BCE acquisterà titoli di stato, titoli pubblici e sovrannazionali, obbligazioni di società di emittenti area euro, titoli che oggi sono nelle mani di banche, compagnie assicurative, fondi di investimento aumentando la quantità di moneta a loro disposizione. Gli acquisti partiranno dal prossimo 01 Marzo per un valore di 50 miliardi di Euro al mese fino a fine 2016 con l’obiettivo dichiarato e principale di riportare l’inflazione al 2% . Fin qui tutto facile, ma non perdete la concentrazione perchè capire le conseguenze di tutto ciò non è poi così immediato.
Il primo passaggio cruciale sarà la riduzione ancora più marcata dei tassi di interesse (se il prezzo dei titoli sale visto gli acquisti che la Bce farà, il loro rendimento sarà più basso).
Il calo dei rendimenti consentirà agli Stati Area Euro di rifiatare sugli interessi da pagare per il debito (sembrano passati decenni da quando l’Italia a Novembre 2011 per finanziarsi doveva offrire tassi vicini al 10%), ma anche per privati ed aziende potrebbero nascere grandi opportunità in caso di finanziamenti e mutui con tassi destinati a scendere a livelli inimmaginabili fino a poco tempo fa. Per farvi un esempio quando ho scritto questo articolo possiamo avere tassi sul mercato dei mutui a tasso variabile sotto il 2% e a tasso fisso anche tassi del 3%. Per le famiglie il calo dei tassi porterà ad avere più soldi nelle proprie tasche e in generale a spendere di più. Ciò provocherà ad un aumento dell’inflazione che si riporterà (speriamo) vicino al 2%, il vero risultato finale di questa azione della Bce.
Il secondo passaggio cruciale sarà Il deprezzamento dell’Euro (chi avrebbe più interesse ad investire con tassi nulli o perfino negativi nell’area Euro ?) che sarà l’altra conseguenza del quantitative easing. Ciò porterà le nostre aziende ad esportare e vendere di più all’estero, ma se vorremmo acquistare beni fuoridovremmo spendere di più portando anche da questo lato ad un aumento dell’inflazione.
Questa è la teoria, ma nella realtà molte volte la pratica non coincide con la teoria. E qui casca l’asino, visto che quando sembra filare tutto liscio, chi potrebbe guastare la festa ?
Le banche che nonostante l’ampia liquidità derivante dalla vendita dei titoli in bilancio potrebbero non essere incentivate a fare investimenti tenendosi i soldi e a non finanziare famiglie e imprese. Questo passaggio in un sistema Euro dove l’80% dei finanziamenti dipende dalle banche rischia di vanificare tutti gli sforzi della BCE. E qui potremmo innescare un’altro discorso della troppa dipendenza di famiglie e imprese dal solo sistema bancario . Una media dell’80% contro il 20% del mondo Usa. Ma parlare anche di questo sarebbe troppo e chi avrà la pazienza di seguirmi alla prossima puntata ne vedremo delle belle in quanto parlerò proprio della “dipendenza bancaria”.
Foto in apertura dal Blog di Pasqualemarinelli.com
30 Gennaio 2015