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Come difendersi dallo Spread

Sapete qual è quella cosa che affligge più di tutto lo stato italiano?
Lo spread, una sorta di pagella data dai mercati, per misurare l’affidabilità dello Stato italiano nei confronti degli investitori internazionali.

E’ la differenza tra i BTP a 10 anni italiani e i BUND tedeschi, considerati da tutti i titoli con maggiore sicurezza.
Esempio:
SPREAD = BTP 10Y – BUND 10Y
2,5% = 2,5% – 0%

Uno spread alto significa che va a ridursi la fiducia nella capacità dello Stato italiano di rimborsare il proprio debito, con conseguente aumento del numero dei soggetti che vogliono vendere i titoli. Viceversa, chi vuole acquistare titoli, pretende dal mercato un tasso d’interesse più alto.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un continuo saliscendi dello spread, con il punto di massimo toccato il 9 novembre 2011 con lo spread a 574 punti.

Ma chi ci perde con lo spread?
Lo STATO ITALIANO, che dovrà pagare interessi più alti quando dovrà rinnovare i titoli in scadenza;
Le BANCHE, prime proprietarie del debito pubblico italiano, che vedranno una riduzione delle loro attività con conseguenti forti cali dei corrispondenti titoli azionari;
Le FAMIGLIE, che hanno titoli governativi in portafoglio, in quanto il loro prezzo diminuirà perché il rendimento dei titoli già emessi sarà inferiore rispetto ai titoli di nuova emissione;
Le IMPRESE PRIVATE, che nei prossimi mesi si dovranno rivolgere al mercato per ottenere un finanziamento.

Non tutti i mali vengono per nuocere visto che chi ha investito con lo spread sopra 500 punti nel 2011, dopo qualche anno ha realizzato un vero e proprio affare.
Ma, nell’attuale contesto di mercato, occhio al rischio tasso, perché in una fase in cui le banche centrali tenderanno ad aumentare i tassi è meglio concentrarsi su titoli di stato con scadenze non superiori a 5 anni.