E’ la tassa che piace a chi la paga e non ha bisogno dell’agenzia delle entrate per essere riscossa?
La soluzione la puoi trovare leggendo questo libro, “ATTENTI A QUEI SOLDI, Difendere le proprie finanze dagli altri e da se stessi” scritto da Luigi Guiso, professore di materie economiche ed editorialista del Sole XXI Ore.
DIFENDERSI DAGLI ALTRI:
da chi si trova dall’altra parte della transazione finanziaria come banche e intermediari finanziari in generale. Affidando a loro i nostri risparmi ci esponiamo al rischio che la gestione non venga fatta nei nostri interessi.
DIFENDERSI DA SE STESSI:
da quei difetti congeniti della nostra personalità che influenzano inconsciamente le scelte di investimento come:
a) procrastinazione: spendendo parecchio nel presente e rinviando il risparmio nel futuro;
b) familiarità: la tendenza ad investire su ciò che conosciamo ed è a noi vicino;
c) paura: portandoci a liquidare un buon investimento quando il mercato cala incassando le perdite.
LA COSA CHE PIU’ MI HA COLPITO:
in finanza NON sempre la teoria coincide con la pratica.
Diversificare, ossia non mettere le uova tutte in uno stesso paniere, è la raccomandazione principale della teoria finanziaria. Principio che sembra contrastare con la pratica dove il ricco finanziere Warrent Buffett ha fatto le sue fortune, diventando uno degli uomini più ricchi al mondo, investendo in poche azioni ma sottovalutate dal mercato.
E allora Diversificare o non diversificare?
Per noi comuni mortali vale la teoria “diversificare è meglio che concentrare”, questo perché con la diversificazione riusciamo a contenere le fluttuazione dei rendimenti.
IL CONSIGLIO PRATICO PER CHI DECIDE DI INVESTIRE:
ci indica la percentuale ottimale del capitale che dovrebbe essere investito in titoli azionari.
La soluzione ce la offre Jack Bogle fondatore di una delle più importanti società di gestione americane.
La percentuale investita in azioni è uguale a (100 – l’età dell’investitore), ad esempio, un persona che ha 40 anni dovrebbe investire in titoli azionari il 60%.
Regola un po’ grossolana, ma non molto lontana dai profili di investimento consigliati da un grande gestore come Morningstar.
INVITO FINALE:
Ti ricordi l’indovinello iniziale? Qual è quella tassa che piace a chi la paga e non ha bisogno dell’agenzia delle entrate per essere pagata?
La risposta sono i giochi e le scommesse dove lo Stato raccoglie quasi 80 miliardi di Euro all’anno, con una spesa media annua di 4.000 € a famiglia, il doppio rispetto alle famiglie americane, nonostante Las Vegas, capitale mondiale del gioco, sia negli Usa.
L’Italia e il leader mondiale delle scommesse ma anche leader europeo dell’analfabetismo finanziario.
Sarà solo una coincidenza?
Foto in apertura: elaborazione personale