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Da manager a eremita : come portare crescita economica al paese

Tra le cose che ho letto negli ultimi giorni la storia di Marco il manager diventato eremita è quella che mi ha più incuriosito. E’ una storia vera quella di un ragazzo ora quarantenne, laureto alla bocconi in Economia con il massimo dei voti con un tesi dal titolo “Metodologie di valutazione ambientale e sviluppo sostenibile”.

Una carriere professionale in forte crescita  l’ha portato poco tempo dopo la laurea a diventare product manager dell’Italaudio, storico distributore nazionale del Marchio Yamaha. Ma quando la strada verso il successo professionale sembrava essere a portata di mano, la svolta : dimissioni e nuova vita tra le montagne abruzzesi a contatto solo con la natura.

“Il lavoro assorbiva completamente la mia vita, era difficile staccare la spina quando tornavo a casa, volevo invece stabilire un contatto più armonico e profondo con l’ambiente circostante”.

E’ una storia interessante che ci fa capire come ricchezza e felicità non sono molte volte tra di loro legate. In un mondo dove i numeri ci condizionano fortemente e dove tutti noi con il nostro lavoro, i nostri consumi possiamo contribuire alla ricchezza nazionale, Marco ci offre invece la sua versione della vita, non legata necessariamente alla ricchezza materiale.

E’ difficile non pensare alla crescita economica, quando ogni giorno siamo tempestati da dati economici che vanno tutti in quella direzione. Il dato sul Pil in particolare può fornirci indicazioni sullo stato di salute di un economia e cercherò di spiegarti se questo dato continua ad essere ancora così importante come la maggior parte degli economisti ci vuol far credere.

Per una migliore comprensione partirò da te, dalla tua famiglia se ne hai una. Anche una famiglia ha il suo “PIL”, cioè il suo reddito complessivo. Ogni mattina ti alzi e vai al lavoro per portare a casa uno stipendio. Se hai risparmiato qualche soldo e hai investito in titoli riceverai interessi o dividendi . Se poi hai messo in affitto degli immobili percepirai un reddito da locazione. La somma di queste tre voci ti da il tuo Pil familiare.

Al livello di nazione si applica lo stesso concetto. Il Pil è il valore totale dei beni e servizi prodotti in un anno o trimestre. Per produrre ci vogliono il lavoro, i computer, i macchinari. Il reddito che va al lavoro si chiama stipendio e va ad alimentare i consumi, quello che va al capitale profitto (pensa ad una azienda che va a remunerare i suoi azionisti). Infine una parte del reddito aziendale viene trattenuta per fare investimenti e anche questo è una componente del Pil.

Il Pil è un numero, un valore monetario. Quello Italiano è di circa 1800 mld di Euro . Quando inizio a parlare di questi valori  si rischia di perdere la bussola e la reale percezione delle vere dimensioni. Se consideriamo il valore di una casa di 100.000 €, con il Pil italiano si potrebbero acquistare 18 milioni di case !!!!

Ma in televisione e sui giornali sei  abituato a sentire i dati in termini percentuali, in quanto viene confrontato il valore monetario del Pil in due periodi differenti. Si parla così di Pil tendenziale che è la variazione rispetto alla stesso periodo dell’anno precedente (confrontando per esempio maggio 2015 con maggio 2014) e di Pil congiunturale che è la variazione confrontando due periodi differenti all’interno di uno stesso anno (ad esempio II trimestre 2015 con I trimestre 2015).

In merito all’Italia abbiamo ancora per questo anno dati con lo zero davanti, stimando una crescita economica per il 2015 dello 0,4% e del 1,3% nel 2016 secondo le ultime stime Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

Ma questa misura di Pil che esprime la grandezza dell’economia di un paese è veramente la misura del benessere di una nazione ? Ci sono altri elementi da considerare che esprimono il reale benessere di un paese ?

Senza scomodare illustri economisti se anche te inizi a riflettere sulla qualità della tua vita inizi a renderti conto che salute, inquinamento, istituzioni, burocrazia, demografia, traffico, coesione sociale, istruzione e sicurezza sono elementi chiave per misurare la soddisfazione della vita.

E allora le parole di Marco ritornano di grande attualità : “mangio quello che la terra mi offre spontaneamente, coltivo l’orto seguendo i consigli degli antichi contadini e l’acqua la prendo dal torrente. Io qui non produco quasi rifiuti, altro che Napoli!”.

Iniziano a diffondersi nuovi modi per concepire la ricchezza di un paese e il nuovo termine di FIL (felicità interna lorda) potrebbe nel giro di qualche anno acquisire più importanza rispetto a quello di PIL (prodotto interno lordo).

Ne parlerò nella prossima puntata, per chi avrà la pazienza di seguirmi.

16 Maggio 2015

Foto in apertura dal sito Oltreilcancello.wordpress.com