IMPRESE, FAMIGLIE E CREDITO BANCARIO : O MANGI QUESTA MINESTRA O SALTI DALLA FINESTRA.

 

Se hai una famiglia  con figli, dove moglie e marito partono per lavoro alle 8 della mattina e se va bene mettono piede in casa alle 19, la preparazione della cena può diventare il momento più problematico della giornata, specialmente se  qualcuno  è particolarmente esigente. La minestra con il brodo rigorosamente di carne preparato la domenica che può  essere utilizzato per qualche giorno della settimana può essere un valido rimedio per  chi ha poco tempo a disposizione. Ti accorgi dopo un po’   che tua  figlia  inizia a storcere il naso quando  fa domande del tipo : “non c’è  niente altro ?”. Come a dire la minestra va bene ma se ci fosse anche qualcosa di diverso non sarebbe male.

E allora cade proprio a fagiolo il detto “o mangi questa minestra o salti questa finestra“, dove mi ricordo ancora quando la prima volta che  ho ripetuto questo simpatico modo di dire Giorgia la mia figlia più grande non aveva subito capito, ma poi è scoppiata in una grande risata.

Questo è  quello che passa il convento (non è sempre così per fortuna!!!) in una famiglia con  un marito consulente finanziario una moglie dipendente bancaria di uno dei primari istituti Italiani. E allora (raramente per fortuna) un cucchiaio di minestra si intreccia con il racconto della giornata lavorativa alla prese con un mondo bancario che sta cambiando radicalmente.  Mia moglie, come consulente piccole e medie imprese è quella che tra i due ha il ruolo più difficile dovendosi interfacciare giornalmente con imprenditori e aziende alla ricerca di credito e finanziamenti per la loro attività.

Tutti ormai sanno che dalla crisi del 2007 il rapporto tra sistema bancario, imprese, famiglie alla ricerca di prestiti non è più lo stesso, con le banche che hanno ristretto moltissimo la loro disponibilità a concedere credito. Quando lo fanno ti contano anche i peli che hai sulle parti più intime   del  tuo corpo.  Ad oggi sembra che qualcosa stia cambiando con maggiori  prestiti sia  alle famiglie  e imprese con tassi ai minimi storici sotto il 2%.  Parlando in  questi giorni con un commercialista mi ha detto che un ‘azienda da lui seguita è riuscita ad avere un finanziamento allo 0,50%.  Non illudetevi, questa è solo una tregua dopo la tempesta, dovuta a tutta la liquidità che la BCE sta concedendo al alle banche.

Vorrei che sia chiaro a tutti che le difficoltà nel dare finanziamenti, il rallentamento nella concessione del credito bancario sarà la normalità da qui in avanti, dovremmo abituarci sempre più a un nuovo mondo. Normalità e non caso eccezionale destinato a rientrare nel giro di qualche anno.

Molti penseranno che sono un tipo pessimista, ma chi mi conosce sa che non è così, piuttosto  sono una persona realista che analizza i fatti e trae le sue conclusioni. Vorrei spiegarti perché le banche non sono più le stesse, perché hanno cambiato pelle in così pochi anni. I motivi sono essenzialmente due :

1) Troppi crediti deteriorati in portafoglio

2) Vincoli patrimoniali imposti dalla BCE

In merito al primo punto  significa che le banche hanno nella loro pancia troppi finanziamenti concessi in passato che non sono stati onorati (in maniera più brutale hanno preso le classiche “sole” una dietro l’altra). Ma alcuni dati possono rendere ancora  meglio l’idea :

la somma dei finanziamenti problematici (per chi è del mestiere cumulo di incagli, sofferenze e prestiti ristrutturati) ha raggiunto i 300 miliardi di Euro dai 78 miliardi di Euro del 2008. E’ un ammontare estremamente elevato pari quasi al 20% del Pil dell’Italia. L’ultimo dato terrificante proprio di questi giorni parla di crediti inesigibili pari al 27% sul totale dei prestiti erogati  (nel 2008 la quota era al 7%) .

Relativamente ai vincoli patrimoniali imposti dalla BCE è stato imposto  alle banche di avere un cospicuo ammontare di capitale rispetto agli  attivi bancari  (dove per attivi  intendiamo i  prestiti e le  operazioni di investimento finanziario che le stesse banche fanno). Così come un culturista che partecipa periodicamente a gare deve far crescere la propria massa muscolare, allo stesso modo le banche devono diventare sempre più forti e solide. E qui casca l’asino perché mentre il culturista la massa muscolare se la fa con un quotidiano duro allenamento, per le banche la forza patrimoniale può aumentare con finanziatori esterni che mettono mano al portafoglio o con massicci  aumenti di capitale da parte degli attuali azionisti.  Il rendimento sul capitale proprio delle banche italiane  è in media sotto il 2% contro una media storica del 8%, ecco quindi la difficoltà  nel trovare finanziatori , non attratti da uno scarso ritorno dell’investimento.  E allora non riuscendo a rafforzare il capitale si  sceglie il male minore, riducendo  i crediti  al sistema impresa e alle famiglie.

Come è possibile uscire da questa situazione  ?

Smettendo di mangiare sempre la stessa minestra, cercando soluzioni alternative al mondo bancario, di cui siamo ancora strettamente dipendenti :  in Italia il 92% dei prestiti è erogato dalle banche, contro una media Europa del 70% e del 30% negli Stati Uniti.

Ma qualcosa si sta muovendo, con le aziende che strozzate dalle banche  cercano fondi altrove, cercando di ottenere credito alternativo. Su questa linea si muovono le iniziative dei mini bond e del crowdfunding .  I primi sono dei prestiti obbligazionari emessi da imprese medio – piccole che grazie al Decreto sviluppo del governo Monti hanno intrapreso questa strada. Questo decreto ha reso possibile l’emissione di obbligazioni anche da parte di aziende non quotate in Borsa. Fino a quel giorn0, solo le imprese di Piazza Affari potevano emettere bond : per tutte le altre gli ostacoli fiscali e normativi erano alti. Il caso recente di aziende con 50 dipendenti, 10 milioni di Euro di fatturato ricorrere a mini bond per un valore compreso tra i 2 e 3 milioni di Euro è l’esempio concreto che qualcosa si sta muovendo.

In questa direzione si inseriscono  anche la nascita delle  piattaforme di crowdfunding dove si cerca di sfruttare internet e il principio  che l’unione fa la forza. Mentre quello bancario è una finanziamento che viene dall’alto , il credito nel crowdfunfing viene dal basso, con più persone che si mettono insieme, creano portali che finanziano start up e altre idee imprenditoriali innovative. In questo ambito l’Italia è arrivata prima  al mondo (per una delle poche volte che siamo primi facciamolo sapere e ne dovremmo essere fieri), predisponendo una legge che ha aperto la strada al crowdfunding per start-up  all’interno del decreto Crescita 2.0. Tra gli obiettivi c’è anche lo sviluppo di aziende innovative a “vocazione sociale”.

Molti diranno che una rondine non fa primavera, che il percorso intrapreso è veramente poco rispetto a quello che ci sarebbe  da fare. “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose“, questa  celebre frase di Albert Einstein si applica bene al tema del credito bancario. Per chi ha la necessità di ricorrere al credito basterebbe capire che soluzioni interessanti si possono trovare anche fuori dal perimetro bancario. Il sistema finanziario sta trasformandosi e mi permetto di scommettere che tra 20 anni la totale dipendenza bancaria  sarà diminuita, basterebbe arrivare alla media europea del 70% per avere fatto notevoli passi in avanti.

Così capita che qualche sera quando torno a casa  basta aprire  il frigo,  lessare patate, carote , zucchine, insieme qualche  soiola, aggiungere sale e un filo di olio e la cena è servita. Basta veramente poco per  fare qualcosa di diverso rispetto …….. alla solita minestra. Parola di cuoco che a malapena sa cucinare  due uova al tegamino !!!!!!

Alla prossima puntata

Foto in apertura tratta da Klaus Scalet

28 Febbraio 2015

 

 

 

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