Dal Pil al Fil : come vivere una vita felice e contribuire alla ricchezza nazionale

Nel mio precedente articolo “Da manager a eremita: come portare crescita economica al paese” ho messo l’attenzione sui nuovi modi per concepire la ricchezza di una nazione.
Oltre al Pil (Prodotto interno lordo), storico misuratore della ricchezza materiale di un paese,il Fil(Felicità interna Lorda) è un indicatore di benessere più ampio che tiene conto di altri parametri come salute, inquinamento, istituzioni, burocrazia, demografia, traffico, coesione sociale, istruzione e sicurezza.

Mi vengono subito in mente le immagini televisive delle strade affollate in Cina, dove le persone in bicicletta e motorini viaggiano con mascherine di protezione anti inquinamento. E allora chi se ne frega se la Cina ha un Pil che oggi cresce al 7-8% annuo, arrivato anche in doppia cifra prima della crisi economica se poi l’inquinamento e lo smog ti costringono a viaggiare blindato.
Immagino a cosa stai pensando : meglio il nostro Pil “allo zero virgola”, almeno ancora non si viaggia con maschere di protezione e l’inquinamento pur essendo un problema in molte città non ha ancora raggiunto livelli insostenibili e di criticità.

Questo semplice esempio ci permette di non considerare il Pil come l’unico valore per misurare la ricchezza di un paese. E’ un dato che si focalizza sulla ricchezza monetaria ma non su quanta felicità c’è tra i suoi abitanti. Al Pil si dovrebbe affiancare un indicatore di felicità umana e ricercando la storia di questo nuovo parametro due cose mi hanno sorpreso:
la prima è che questa nuova idea ha le sue origine nel 1972,nonostante ciò la sua diffusione nella pratica economica è ancora limitata;
la seconda è che l’avvio del processo di superamento del Pil come indice di benessere sociale,nasce nel Bhutan,piccolo stato tra l’india e la Cina ai piedi dell’Himalaya,che da molti anni ha sostituito il concetto di Pil con quello di Fil.

Nonostante il Bhutan abbia il Pil tra i più bassi del mondo, nella realtà in pochi muoiono di fame, non esistono mendicanti e criminalità, la maggior parte della popolazione accede gratuitamente alla sanità e all’istruzione pubblica. Il dato più sorprendente è che in questo minuscolo regno himalayano la vita media degli abitanti è aumentata di 19 anni in soli 14 anni,dal 1984 al 1998.

L’indicazione della felicità come valore principale che misura la qualità della vita sta iniziando ad avere un seguito anche nei principali paesi del mondo, che iniziano ad interrogarsi se esiste un modello di sviluppo alternativo.
In tale direzione si colloca “l’indice per una vita migliore” redatto dall’OCSE ogni anno, che ha definito undici criteri per identificare il benessere di una nazione sia in termini di condizioni di vita materiale (abitazione, reddito,lavoro)che di qualità della vita (relazioni sociali, istruzione, ambiente, governance, salute,soddisfazione personale,sicurezza, rapporto tra vita privata e lavoro).

Sei curioso di sapere qual è il paese numero 1 ?
sta a te deciderlo, in quanto L’OCSE non stabilisce una vera e propria classifica. Questo perché l’indice è stato formulato in modo che anche te puoi definire il contributo degli undici criteri al benessere. Se pensi che la salute sia più importante della soddisfazione personale, basta attribuire un peso maggiore e visualizzare i risultati dei vari paesi.

In questi giorni è stato pubblicato un anticipazione del rapporto che verrà pubblicato in Ottobre dove è stato dato lo stesso peso agli undici criteri. Il podio spetta nell’ordine ad Australia, Svezia e Norvegia, ultimo il Messico. L’Italia? Al 23° posto senza infamia e senza lode, con i voti maggiori ottenuti in “equilibrio vita privata e lavoro” e “reddito e ricchezza”, ma con una sonora bocciatura in “istruzione” e “lavoro”.
Se ti vuoi divertire e agire in prima persona ti consiglio di visitare il sito www.oecdbetterlifeindex.org, cambiare il peso degli undici fattori in base alle tue preferenze e vedere come cambia la hit parade.

Sembra tutto bello, ma la realtà è un’altra . Dobbiamo lavorare per poter andare avanti, vivere, consumare, investire, contribuire così alla crescita del Pil del nostro paese. Solo quando avremo raggiunto i nostri obiettivi e le nostre aspirazioni finalmente potremmo essere felici se ancora saremo in tempo.

E proprio tutto vero? Dobbiamo solo creare per essere finalmente felici ?

Pensa a te nel tuo piccolo, quando sei felice pensi più rapidamente e con maggiore creatività, sei più veloce a risolvere i problemi, in unica parola sei più produttivo dando un piccolo contributo in più alla ricchezza nazionale.

Sembra quindi invertirsi il ragionamento : la felicità porta a maggior ricchezza e non come molti pensano che il raggiungimento di una maggiore ricchezza porta automaticamente a una dose maggiore di felicità.

E allora perché non assumere la felicità delle persone come un vero valore , trasformando finalmente il Fil come il principale parametro per misurare il benessere e la crescita economica di una nazione.

Alla prossima

31 Maggio 2015

Foto in apertura by Elisa on Flickr

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